lunedì 12 maggio 2008

Scoglitti




La tranquilla località balneare è ricca di risorse naturali, dotata di un porto turistico, e di un porto rifugio per le barche da pesca. Negli ultimi anni ha scelto di sfruttare in modo organico la sua naturale vocazione turistica attrezzandosi per offrire ai clienti nazionali ed internazionali un ricco programma di intrattenimento estivo di carattere sportivo e culturale. Scoglitti è sede stabile di una tappa del torneo Nazionale di Beach Volley che solitamente viene disputata nella prima metà di Agosto, dispone di un cinema e di un teatro all'aperto, con manifestazioni di prosa e musica ed un ricco programma di intrattenimento folkloristico. Viene offerta la possibilità di partecipare a molti tornei sportivi e gare di carattere amatoriale ed agonistico.


LA STORIA
La storia di Scoglitti ci riconduce alla storia di Vittoria. Vittoria deve il suo nome alla fondatrice, Vittoria Colonna, figlia di Marco Antonio, vicerè di Sicilia e moglie dell'almirante di Castiglia Luigi III Henriquez-Cabrera, duca d'Alba, di Medina, conte di Modica, di Caccamo e di Calatafimi, cugino di Filippo II re di Spagna, di Napoli e di Sicilia. Alla morte del marito, avvenuta nel 1599, Vittoria Colonna non potendo ricavare alcun beneficio dai feudi della Spagna sfruttati pesantemente dal consorte, rivolse la sua attenzione alla Contea di Modica per rialzare le sorti economiche della famiglia. Avendo individuato con la collaborazione del Barone Scipione Celeste, conservatore del patrimonio della Contea, a destra del fiume Ippari (cantato da Pindaro per le vittorie olimpiche riportate nell'equitazione da Psaumida figlio di Acrone da Camarina ) una vasta e rigogliosa pianura nella zona in cui si estendeva l'antica Camarina (colonia Siracusana fondata nel 625 a.c. e piu' volte distrutta dai romani per avere i Camarinesi parteggiato per i Cartaginesi) nel territorio di Boscopiano, pose le basi per l'edificazione del nuovo borgo. La fatica dei nuovi coloni e le provvidenze di Vittoria Colonna posero le basi per sfruttare adeguatamente la fertile pianura, avviando le culture di ortaggi, cereali, mandorlo, ulivo, carrubo, ma soprattutto della vite; ed in meno di un secolo quella regione abbandonata e sterile divenne una delle più prospere della Sicilia orientale

LE SPIAGGE - Punta Secca -




Queste meravigliose spiagge sono quelle della localita Punta Secca o Capo Scalambri. Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, sorge a oriente delle insenature e delle frequenti elevazioni che caratterizzano la costa camarinense. Abitata da nuclei di pescatori e di pastori fin dall’antichità più lontana, fu propaggine di Camarina, cui sopravvisse sia pure con una vita priva di grande luce. Sulle secche e sugli scogli tuttora visibili nel mare antistante avvennero naufragi di navi commerciali e militari, i cui relitti con le anfore, le statue, le monete, ecc. emergono a volte dai gelosi fondali sollecitando l’interesse di sub e antichisti e arricchendo di reperti il vicino Museo di Camarina.
Nei pressi di questo sito il bizantino Belisario raccolse le milizie destinate a snidare gli ultimi Goti dall’arcipelago maltese e i normanni di Ruggero d’Altavilla si accinsero a levare le ancore per snidare gli uomini della mezzaluna dai luoghi ancora occupati.
Dopo alcuni secoli di abbandono, la borgata col territorio circostante e il vicino Casale di Santa Croce giunse per successivi passaggi ai Celestri, nobili del Contado di Modica, che ne iniziarono la colonizzazione costruendo una chiesetta, una camperia per il deposito del tonno e del pesce salato, tini e fornaci, infine torri di avvistamento e difesa.
Congiunta a Santa Croce con una strada e dotata nel 1853 di un faro di orientamento, Punta Secca si sviluppò ulteriormente per l’incremento delle attività agricole e per la nascita delle prime case di villeggiatura e di nuovi magazzini, mentre dal napoletano pescatori di sardelle e di corallo giungevano per sfruttare le ricchezze del mare. In una delle tante grotte che bucherellavano la costa negli anni della Grande Guerra trovò rifugio tale “Ernesto” per vivere da anacoreta e in realtà per fare attività di spionaggio in favore dell’Austria.
Nel luglio del 1943 Punta Secca con la vicina Punta Braccetto fu area di sbarco di contingenti della VII Armata americana. Lo sviluppo della borgata, così come di Casuzze, Caucana, Punta Braccetto è stata veramente grande nel secondo dopoguerra. Nel quadro di quella corsa al mare, alla seconda casa e alla villeggiatura che ha caratterizzato i decenni più recenti sono infatti nati centinaia di villini, migliaia di case, locali per il pubblico ristoro, camping, mentre l’intervento pubblico ha provveduto a rinnovare e modernizzare i vari servizi.L’antica chiesetta, il faro, le piazze, le torri ancor oggi imponenti nella massa, l’argenteo sconfinato delle serre, la bella “casa di Montalbano” affacciata su un mare sempre azzurro e risplendente, infine l’antico scaro fanno oggi di Punta Secca una delle località più ricercate della splendida Trinacria

SCICLI




Ecco un altro esempio di cittadina densa di rifiniture Barocche. Scicli si trova a circa 6 km dal mare di Donnalucata, ma è immersa nell'altopiano Ibleo.


domenica 11 maggio 2008

Modica






Dopo l’era dei primi insediamenti siculi, la colonizzazione da parte dei Greci a cui gli antichi abitanti si assimilarono negli usi e nei costumi e l’occupazione da parte dei romani, passarono per Modica i Bizantini, lasciando resti della loro presenza soprattutto nelle necropoli sia all’interno della città o nelle immemdiate vicinanze, sia a Cava d’Ispica. Trascorsi questi secoli “bui” durante i quali tutta l’isola subisce le dominazioni da parte di popolazioni barbariche: Vandali, Eruli, e Goti, agli inizi del IX secolo si fanno avanti i Saraceni.
La Sicilia era una terra fertile e molto appetibile per motivi commerciali posta in uno dei punti più favorevoli di tutto il Bacino del Mediterraneo, il cuore dei traffici commerciali dell’epoca. Modica viene espugnata intorno al 844-845, da un esercito di Saraceni guidato da Al Fadn ibn Gafar al Hamdani e fu sotto gli Arabi che la città divene un importante centro agricolo e commerciale con il nome di Mohac.
Dopo due secoli di dominazione Araba la città, così come tutta la Sicilia, venne riconquistata dai Normanni. La liberazione della Sicilia dalla dominazione Araba si svolse dal 1061 al 1091. Gualtieri, uno dei capitani al servizio di Ruggero d’Altavilla, il capo dei Normanni, venne investito del titolo di Conte di Modica.
Anche i suoi figli Goffredo, Rinaldo, Aquino e Gualtiero furono chiamati Conti di Modica fino a quando fu in vita Guglielmo il Buono, si scatenò allora una feroce lotta per la succesione al trono. Si formarono due partiti, uno nazionale che avrebbe voluto portare sul trono Tancredi di Lecce, figlio di Ruggero di Calabria e l’altro che voleva sul trono Enrico, imperatore di Svevia e marito di Costanza, figlia di re Ruggero d’Altavilla.
Tancredi ebbe la meglio ma, in seguito alla sua morte, prevalse il partito di Enrico di Svevia che si impossessò del trono di Sicilia e si vendicò di quanti gli si erano opposti, tra questi c’erano anche i conti di Modica che furono spogliati dei loro beni. Modica rimase per un certo periodo un feudo del Demanio statale, passò quindi agli Angioini e vi rimase fino ai Vespri Siciliani che ebbero come conseguenza la cacciata degli odiati francesi e del loro potere tirannico da tutta la Sicilia.
Anche a Modica, così come in molte altre città, ci fu una violenta ribellione contro gli Angioini che vennero cacciati e la cittadinanza nominò come governatore Federico Mosca.Il potera era, in questo momento, detenuto dagli Aragonesi, l’Isola era diventata uno dei Regni della Corona Spagnola. Nel 1296, in seguito al matrimonio tra Isabella Mosca e Manfredi Chiaramonte, la Contea passò ai Chiaramonte. I Chiaramonte tenero la Contea per circa un secolo fino a quando, l’ultimo discendende maschile della famiglia fu fatto decapitare allo Steri di Palermo per aver tramato contro il re. Il periodo dei Chiaramonte fu senza dubbio il più vivace di tutta la storia della Contea, i Conti infatti, con lo sfarzo della loro corte fecero spesso concorrenza alla Regia Corte.
Ai Chiaramonte successero i Cabrera, di origini spagnole venuti in Sicilia al seguito del nuovo re Martino. Fu sotto i Cabrera che si verificò un grave fatto di sangue che vide la morte di 360 ebrei. La strage avvenne la sera del 15 agosto del 1474, giorno dell’Assunzione. Alla carneficina partecipò tutto il popolo di Modica. L’episodio precedette, di poco, la formulazione, da parte di Ferdinando il Cattolico, dell’editto di espulsione degli ebrei dall’isola nel 1492.
La Contea passò quindi agli Henriquez, quando Anna Cabrera andò in sposa a Federico Henriquez. Gli Henriquez-Cabrera furono Conti di Modica fino al 1702.




ecco un'altra veduta ed alcune chiese in stile barocco.

IL Barocco- Ragusa Ibla


LA STORIA:

Ragusa Ibla costituisce con i suoi ricordi medioevali e gli eleganti palazzi barocchi un quartiere di Ragusa, ricchissimo di fascino e di storia.
Le sue origini risalgono al primo periodo siculo e sembra che sia con molta probabilità l'erede di Hybla Haerea, un aggregato di villaggi siculi che venne in contatto con le popolazioni greche e romane e che raggiunse una certa importanza nel periodo bizantino, quando la città fu munita di un castello.
Recenti studi, dimostrano che il nome Ragusa deriva dall'accusativo plurale rogous (rogus) di rogoV , termine che in Sicilia e Magna Grecia indicava il granaio, i luoghi del grano.
Conquistata dagli Arabi nell'848, rimase sotto il loro dominio per due secoli e mezzo.
Dopo la conquista normanna fu data in feudo dal conte Ruggero al figlio Goffredo i cui discendenti la mantennero sino all'avvento dei sovrani svevi, quando passò al demanio.
Fu poi feudo dei Chiaramonte che la unirono alla Contea di Modica dei Cabrera e degli Enriquez.
Fu sede amministrativa della Contea fino al 1447, quando in seguito ad una rivolta popolare dei ragusani contro i soprusi feudali, Giovanni Bernardo Cabrera trasferì l'amministrazione a Modica.
In questi anni che si verificò uno degli avvenimenti che determinarono il futuro sviluppo della contea: quello della concessione delle terre in Lenfiteusi; le prime concessioni risalgono al 1452, ma incominciarono ad avere rilevanza a tempo di Ludovico I Enriquez.
Venne così a formarsi a poco a poco una nuova categoria di proprietari borghesi, i più ricchi fra i quali comprando titoli nobiliari, diedero origine ad una nobiltà minore di una certa forza.
Fu da questa rivoluzione economica, provocata dall'introduzione dell'enfiteusi, che nacque pian piano il nuovo paesaggio agrario caratterizzato dalla fitta ragnatela di muretti a secco costruiti per recingere le nuove proprietà, per dividere i campi (chiuse) adibiti al pascolo, per consentire l'avvicendamento delle colture cerealicole e leguminose. I nuovi nobili assieme ai vecchi cercavano di accrescere il loro prestigio sovvenzionando la costruzione di nuove chiese, che raggiunsero un numero elevatissimo (circa trenta) se raffrontato a quello degli abitanti. Così acquistavano, pure, il diritto di patronato (ius patronatus) sulle cappelle delle chiese adiacenti ai loro palazzi, il tutto naturalmente con l'incoraggiamento e la benedizione del clero che ci guadagnava in introiti.
Nacquero così, prima e dopo il terremoto del 1693, i palazzi barocchi vicino alle chiese, dai balconi sporgenti sorretti da enormi mensoloni scolpiti dalle maestranze locali, che in essi espressero la ricerca della caricatura, per sbalordire, impressionare e meravigliare.
Fu in questi anni che si inasprirono le lotte campanilistiche vere e proprie fra gli abitanti della parrocchia di San Giovanni, detti "Sangiovannari", e quelli della parrocchia di San Giorgio, detti "Sangiorgiari".
Lotte che sono continuate per secoli, mitigate di tanto in tanto da avvenimenti eccezionali: pestilenze, carestie e catastrofi naturali, come il tremendo terremoto dell'11 gennaio del 1693 (al tempo di Gaspare Henriquez), che distrusse molte città della Sicilia orientale, causando nella sola città di Ragusa circa 5.000 morti.
Quando si decise la ricostruzione della città buona parte dei vecchi nobili preferì ricostruirla dove sorgeva prima, mentre i massari e la nuova borghesia preferirono ricostruire i nuovi edifici in contrada Patro, facendo così nascere il primo nucleo di Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee.
Sorsero cosi due Raguse: Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia, quella Superiore e quella Inferiore, che ebbero per molti anni vite amministrative separate e che solo nel 1926 furono riunificate nell'attuale città capoluogo di provincia.

Montalbano sono.....!



L'idea mi è venuta poiché a lavoro molti colleghi mi hanno chiesto se i luoghi visti nella famosissima fiction "Il Commissario Montalbano", tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, esistono davvero o sono stati creati ad hoc per esigenze televisive.

E bene si... quelle meravigliose località "ESISTONO".... e si trovano nella mia terra natale, la Sicilia.

In particolare questa serie televisiva ha dato visibilità ai luoghi che raccontano del Barocco siciliano e delle meravigliose spiagge site in provincia di Ragusa, la parte sud-orientale della Sicilia, oltre che delle specialità culinarie di cui la mia terra è piena.
Spero che con questo blog possa farvi conoscere quei luoghi surreali e di magia dove si mischiano perfettamente Arte, Cultura, Sole e tanto tanto Mare...!!!